Cosa vuol dire partecipare? È possibile agevolare e incoraggiare la partecipazione? Sono questioni importanti per realtà territoriali che vogliono fondarsi su basi democratiche. Mettere le persone al centro del processo consente di migliorare il rapporto tra chi prende decisioni e chi è il destinatario. Il progetto Cu’N’Fu prende vita nel quartiere torinese di Mirafiori Sud. Per realizzarlo abbiamo sviluppato una metodologia fondata su tre forme artistiche, ognuna legata a una dimensione del tempo: passato, presente e futuro.
Mnemosyne – Il passato
Mnemosyne è un progetto artistico per la mappatura emotiva dei luoghi, il racconto di un territorio dal punto di vista degli abitanti.
Attraverso delle interviste abbiamo chiesto ai membri della comunità di indicare un luogo del territorio che fosse per loro speciale, uno di quelli dove non si può fare a meno di ricordare. Abbiamo chiesto di raccontarci cosa è successo; poi, di associare all’avvenimento un’emozione, un colore e infine un suono. La disposizione delle risposte sulla mappa finale costituisce un racconto del percepito emotivo del territorio.
Gli abitanti sono stati abilitati ad osservare il loro quartiere da un’altra prospettiva, quella della collettività: hanno scoperto un’opportunità di confronto e appreso il valore del proprio contributo.
Tracce – Il presente
Tracce è un questionario immersivo in forma di installazione generata dai partecipanti per accumulo di segni e risposte. La nostra identità è una narrazione, frutto delle interazioni con gli altri e con l’ambiente circostante: cambiamo a seconda di chi ci sta vicino, di cosa c’è intorno a noi, cambiamo nel tempo. Tracce affronta proprio la relazione tra l’identità di un territorio, un quartiere, una città, e quella dei suoi abitanti; studia come il senso di appartenenza a un luogo possa incidere sul desiderio di prendersene cura e di partecipare alla vita collettiva.
L’indagine di Tracce è partita da domande formulate in base al contesto e alla comunità di riferimento: abbiamo chiesto alle persone cosa vorrebbero sentire o vedere nel quartiere, cosa trovano già, a che luoghi sentono di appartenere e poi hanno perso, dove stanno bene e dove male… Grazie alle risposte raccolte abbiamo identificato gli elementi da cui partire per stimolare la comunità a immaginare il futuro che vorrebbe.
Pop-Up Civilization – Il futuro
Pop-Up Civilization è un progetto partecipativo sul senso di comunità e sui processi decisionali, che punta a sensibilizzare sulla responsabilità collettiva del futuro di un luogo. Proponiamo ai partecipanti di immaginare di essere chiamati a rappresentare la loro comunità; li invitiamo a disegnare i confini, l’orizzonte, per poi immedesimarsi nei panni dei decisori.
I partecipanti, investiti decisori politici, hanno discusso collettivamente il da farsi su questioni reali del loro territorio; lo hanno fatto in un modo nuovo, non convenzionale, a partire da domande nate dagli esiti del questionario immersivo Tracce. L’assemblea è diventata punto di incontro tra membri della comunità e rappresentanti delle istituzioni e del territorio, chiamati a intervenire nello stesso gruppo. Un momento di confronto utile ai singoli per farsi comunità e alle istituzioni per tornare tra le persone e rappresentarle.